Quello del mutuo è un lungo viaggio che intraprende una persona nel corso della propria vita ma cambiati i tempi si stanno modificando anche le modalità per accenderlo. La domanda negli ultimi mesi è sempre la stessa e riguarda il dubbio su quale sia il tasso migliore: il fisso o il variabile.Qualcuno che si è accorto, poi, di aver sbagliato il proprio calcolo può passare alla valutazione delle opzioni di surroga/rinegoziazione/sostituzione. Tra questi si inserisce pure il tasso misto che permette di passare da fisso a variabile, o viceversa, nel corso del piano di ammortamento. Il risultato è che molti allungano i tempi e si moltiplicano pure gli interessi.
Il mutuario, comunque, risponde sempre ad un profilo di rischio ma chi vuol stare più traquillo di solito opta per la soluzione a tasso fisso, mentre chi in fondo vuole osare un minimo resta indeciso con il tasso misto. Si fa strada poi colui che nella confusione totale dei tassi di interesse in possibile ulteriore aumento, pensa a stipulare un misto o a un variabile con cap, ma sono davvero convenienti?
Il tasso misto così come il mutuo variabile con cap e come tutti gli altri con opzioni separate, appare più caro, in termini di spread, rispetto ai mutui privi di alternative di tale tipo.In linea generale quindi possiamo dire che i mutui con opzione costano dai 40 ai 50 punti base in più che, tradotti in interessi finali spalmati su un piano di ammortamento di 25 anni, giungono a circa 6-7mila euro in più. Dipende comunque sempre dal soggetto, perchè chi non ama il rischio preferisce investire di più ma dormire sonni più tranquilli, nonostante sappia già prima che poteva risparmiare un bel pò. Se in previsione ci sono già dei possibili cambiamenti e non certo a favore dei consumatori, la scelta a volte può essere davvero più complessa di quello che appare dall’esterno.
