Mutui tasso variabile: arriva il tetto alle rate

di isayblog4 Commenta

Le famiglie non riescono più a pagare il mutuo, soprattutto se a tasso variabile, a causa  dell’aumento del costo del denaro. Una situazione al limite che, adesso, ha portato ad una soluzione che si spera possa aiutare quanti rischiano di vedere infrangersi miseramente il sogno di una vita e di rimanere con il portafoglio ben più che vuoto. Ecco, quindi, che si fa strada, il tetto alle rate per i nuclei familiari all’orlo della povertà con il nuovo Piano Casa rafforzato. Aumenta in tal modo pure la possibilità di trattativa privata sugli appalti pubblici, senza contare che varia il credito d’imposta per le assunzioni al Sud. Un decreto per lo sviluppo in via di approvazione come ha confermato il premier Silvio Berlusconi al termine di un incontro con il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti.

A ribadire il concetto pure il ministro Renato Brunetta, il quale ha garantito che si tratta di una manovra che vale tra 10 e 12 miliardi di minori costi burocratici per le imprese. All’interno del pacchetto non si dimenticano le misure fiscali a favore dei cittadini e delle imprese, a cominciare dalla possibilità di interrompere l’esecutività degli accertamenti, e quindi il pagamento del 50% della maggiore imposta, con un ricorso alla Commissione tributaria provinciale.

In realtà, si parlava del primo luglio come data per l’esecutività immediata dell’accertamento fiscale ma le cose sembrano essere del tutto cambiate. Per il caro mutui, quindi, si volge lo sguardo a quelli a tasso variabile e saranno presi provvedimenti per chi proprio non ce la fa, coloro con un Isee, indicatore del reddito fornito dall’Inps non superiore a 30 mila euro, ed i mutui di valore non superiore ai 150 mila euro. Su richiesta del contraente, inoltre, potrà essere inserito un cap, cioè un tetto massimo al tasso variabile del mutuo, che sarebbe assistito da una forma di garanzia pubblica. Si arriverà anche alla ridefinizione del tasso di usura oltre il quale le banche non possono prestare denaro. Oggi è al 4% ed elimina di fatto dal dal mercato del credito moltissime imprese.

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