Mutui già ritoccati dalle banche secondo Adusbef

di isayblog4 Commenta

Il cambiamento è nell’aria? No sarebbe già avvenuto, anche ben prima del tempo previsto secondo Adusbef. L’Associazione dei Consumatori, infatti, ritiene che i mutui abbiano già subìto dei ritocchi, alla vigilia di quell’incontro tanto pubblicizzato dal presidente della Bce, Jean-Claude Trichet. Il temuto ma purtroppo atteso aumento del costo del denaro, si sa, dovrebbe subire un  incremento dello 0,25% per contenere le spinte inflazionistiche, ma sarebbe già in corso da qualche tempo: una situazione ritenuta più che possibile anche da Federconsumatori.

Se l’Euribor ad 1 mese e’ pari allo 0,933%, quello a tre mesi fissato all’1,255% ed a sei mesi e’ pari all’1,563% e come ribadiscono entrambe le associazioni “le banche si portano avanti imponendo spread sui mutui quasi raddoppiati, oltre ad imporre costose assicurazioni sulla vita, pena la mancata erogazione”.Un dato di fatto che potrebbe trovare conferma nelle prossime ore dopo tale annuncio che, per i più sprovveduti, se non ha l’effetto di una bomba, almeno lascia un attimino con l’amaro in bocca. Le affermazioni di Adusbef e Federconsumatori, del resto non lasciano spazio a fraintendimenti e anzi dichiarano con voce comune: ”per l’acquisto di un mutuo prima casa le banche stanno ritoccando gli spread che arrivano fino all’1,80% (Banca Sella e Barclays), all’1,50% per Banca Intesa; 1,35% per la Bnl; 1,30% per Che Banca ed Unicredit; 1% per la Banca Popolare di Milano, per le richieste di un mutuo prima casa di durata ventennale di 150.000 euro”.

Se la Banca Centrale Europea ha già parlato da qualche tempo di una modifica dei tassi, è anche vero che un provvedimento così repentino potrebbe causare un rallentamento significativo nella crescita generale, ma l’istituzione di Francoforte continua ad avvertire che intende reagire ai rischi di un innalzamento dei prezzi, prevalentemente legati agli aumenti del petrolio. Intanto, l’oro nero è davvero più caro: a Londra il barile di Brent è aumentato fino a toccare 123,37 dollari, mentre la guerra in Libia, ancora in corso, pone un punto di domanda su quanto le forniture nel Paese potranno ritornare alla normalità.

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