Comprare casa in Italia: uno su tre è romeno

di isayblog4 Commenta

La crisi c’è e si sente ma, a volte, sembra davvero che questa interessi di più gli abitanti del Belpaese che coloro che arrivano dall’estero, magari in povertà ed, invece, riescono ben presto a migliorare la propria situazione a livello monetario. Il dato peculiare, in questo senso, è quello dell’acquisto della casa che resta per molti davvero un sogno nel cassetto, se non per tutta la vita, almeno per tanto tempo. I giovani,  in particolare, senza l’aiuto dei genitori non riescono ad investire sul mattone e si calcola che, invece, in Italia, un acquirente su tre sia romeno. Se i ragazzi si accontentano di abitazioni cadenti, pur di prendere un tetto che permetta loro indipendenza e libertà, per gli stranieri sembra non essere poi così difficile.

Nei mesi scorsi uno studio in merito, che ha fornito risultati chiari, l’ha condotto il sito Mutui.it e ha rivelato che chi non è originario della nostra terra, nella maggioranza dei casi, sembra godere di liquidità superiore. In questo senso, quindi, circa l’11,04% dei richiedenti un prestito per comprare un’abitazione è straniero. Vengono versati circa 132mila euro, 80% del valore dell’immobile, con tasso variabile, il 54%, da estinguere in 25 anni.Certo, la loro scelta non ricade su appartamenti del centro ma si accontentano di immobili più periferici, o in condizioni peggiori, e di impegnarsi in mutui più importanti”. Sono anche molto giovani e aiutati da proprietà estere e in media la richiesta viene fatta a 35 anni.

Sembra che quasi tutti siano romeni, almeno uno su tre, ma questo dipende pure dall’enorme afflusso a partire dal 2007 con l’ingresso della Romania nell’UE. Andando nello specifico a controllare la distribuzione territoriale delle richieste di mutuo,ciò che ne viene fuori è piuttosto chiaro: le regioni in cui vi è la richiesta maggiore sono quelle del Nord e del Centro Italia, Lombardia (25,80%) e Lazio (13,38%) su tutte. Seguono Emilia Romagna (12,61%), Veneto (11,15%), Piemonte (8,47%), Toscana (7,20%) e Friuli Venezia Giulia (3,12%).

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