Tassi sui mutui, tendenze incoraggianti ad aprile 2025

Fondamentale oggi un approfondimento riguardante i tassi sui mutui, analizzando più da vicino alcune tendenze incoraggianti ad aprile 2025. Il mercato dei mutui italiano continua a mostrare segnali positivi nei primi tre mesi del 2025, beneficiando del trend di calo dei tassi d’interesse innescato dalle politiche della Banca Centrale Europea. Le sei riduzioni del costo del denaro avviate a giugno 2024 hanno avuto un impatto tangibile, soprattutto sui mutui a tasso variabile.

Tassi sui mutui

Novità riguardanti i tassi sui mutui: le tendenze che si sono rafforzate ad aprile 2025

Un esempio concreto è un mutuo ventennale da 140 mila euro, che ora comporta un risparmio di 100 euro al mese, per un totale di 22 mila euro. Il Tan medio dei mutui variabili è sceso di oltre un punto percentuale su base annua.

Il calo dei tassi d’interesse ha reso i mutui a tasso variabile significativamente più economici rispetto a un anno fa. A marzo 2025, il Tan medio per i mutui variabili a 20 e 30 anni è sceso al 3,14% dal 4,84% di marzo 2024. Questo si traduce, per un mutuo ventennale da 140.000 euro, in una rata mensile di 812 euro (rispetto ai 912 euro precedenti), con un risparmio totale di oltre 22.000 euro.

Attualmente, i mutui a tasso fisso rimangono leggermente più convenienti, con un Tan medio di marzo 2025 al 2,82% e una rata di 764 euro, generando un risparmio di quasi 15.000 euro rispetto al variabile sulla durata del finanziamento. Il Tan dei mutui fissi, legato all’inflazione, aveva già iniziato a diminuire a fine 2023, attestandosi intorno al 3% nella prima metà del 2024. A marzo 2024, la rata per un mutuo fisso con le stesse caratteristiche era di 778 euro (Tan 3,02%), 14 euro in più rispetto ad oggi, con una spesa complessiva superiore di circa 3.350 euro.

Attualmente, il tasso fisso rimane più conveniente del variabile per i mutui, sebbene il divario si stia restringendo progressivamente. Il tasso variabile continua la sua discesa, trainato dai tagli della BCE, mentre il tasso fisso si mantiene stabile. Negli ultimi 12 mesi, gli Euribor a 1 e 3 mesi (riferimenti per il variabile) sono diminuiti di oltre 150 punti base, scendendo a marzo 2025 sotto i valori degli Euris a 20 e 30 anni (riferimenti per il fisso) per la prima volta dal 2023. A fine marzo 2025, l’Euribor 1M era al 2,34% e l’Euribor 3M al 2,33%, mentre l’Irs 30Y si attestava al 2,64% e l’Irs 20Y al 2,77%, valori che si sono stabilizzati dopo un picco iniziale a marzo.

Oltre all’andamento degli indici di riferimento (Euribor e Euris/Irs), un elemento cruciale che determinerà i tassi finali dei mutui sarà lo spread applicato dalle banche. Attualmente, gli istituti di credito favoriscono il tasso fisso con uno spread mediamente inferiore rispetto al variabile. Tuttavia, in passato, la prassi era opposta, con le banche che applicavano un margine maggiore ai mutui a tasso fisso, percepiti come più rischiosi nel lungo periodo. Vedremo come evolveranno i tassi sui mutui nel corso del 2025.

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