Mutui a tasso fisso, richieste in aumento

di isayblog4 Commenta

Le preferenze degli italiani durante l’ultimo anno lasciano intravedere una scelta ben precisa: il finanziamento a tasso fisso, scelta che dipende non solo dalle valutazioni sulla maggiore convenienza attuale ma anche da un bisogno di stabilità e sicurezza futura è il più gettonato.

E’ senza dubbio un buon momento per quanto riguarda le richieste e le erogazioni dei finanziamenti per la casa. Un momento positivo che coincide con la riduzione degli indici di riferimento per il tasso fisso, l’Eurirs (ribasso medio dello 0,7%) e per il tasso variabile, l’Euribor (sceso in media dello 0,16%).

Le preferenze degli italiani durante l’ultimo anno lasciano intravedere una scelta ben precisa: il finanziamento a tasso fisso, scelta che dipende non solo dalle valutazioni sulla maggiore convenienza attuale ma anche da un bisogno di stabilità e sicurezza futura è il più gettonato.

Il mutuo a tasso fisso è dunque il più gettonato con il 76,2% delle richieste, mentre il 22% richiede il tasso variabile e l’1% il variabile con Cap. Il 68,4% dei mutui erogati sono a tasso fisso, un dato in calo rispetto alle erogazioni del secondo semestre dello scorso anno, quando il 75,6% dei prestiti concessi interessava questa tipologia di tasso.

Un altro dato che risalta dal lato della domanda è la diminuzione della finalità di acquisto della prima casa, scesa nei primi due mesi del secondo semestre al 33,3%, nonostante la possibilità per questa categoria di finanziamenti di richiedere anche un mutuo al 100% del suo valore. Continua invece ad aumentare la finalità di surroga, ora al 55,2%. Solo il 5,7% delle richieste riguarda una compravendita della seconda casa e il 3,4% la ristrutturazione mentre il 2,4% ha interessato il consolidamento di debiti o il bisogno di liquidità.

Analizzando la durata, si impongono ancora una volta i mutui a 20 anni con il 26,7%. A seguire troviamo il periodo 30-40 anni che perde il 2% rispetto al 2015 e segna il 21%. Il 20,6% delle richieste è per una durata di 25 anni, mentre il 18,2% per un periodo di 15 anni.

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